Il Panzerkampfwagen V “Panther” è universalmente riconosciuto come il miglior carro armato della Seconda Guerra Mondiale. Sviluppato dall’industria bellica tedesca per replicare efficacemente al T-34 sovietico, rappresentò un salto tecnologico e concettuale così ben riuscito da ispirare fortemente tutto quanto sarebbe stato sviluppato nel dopoguerra.

Panther G Late Dragon 01

Il “Panther” è, difatti, da ritenersi il primo MBT (Main Battle Tank). Con MBT si intende il carro armato incarnante l’equilibrio migliore fra gli elementi del trittico corazza-armamento-motorizzazione. Più tale rapporto si avvicina all’eccellenza, più il veicolo che lo incarna è dotato di una polivalenza in grado di offrire la supremazia tattica all’esercito che lo allinea fra le proprie file. Il “Panther”  è il carro armato che, nel corso della seconda guerra mondiale, più si avvicinò al moderno MBT senza, però, incarnarlo pienamente a causa di un cannone specializzato nella lotta anticarro e, conseguentemente, scarsamente efficace in un ruolo di supporto alla fanteria. Armato di un Kwk 42 (Kampfwagenkanone 42) da 75mm L70 (si tratta del rapporto fra il calibro e la lunghezza della canna, quest’ultima è quindi lunga 70 volte 75mm, pari a 5,25 metri), il “Panther” era espressamente concepito per la lotta anticarro, funzione di cui l’esercito tedesco aveva fortemente necessità essendo impegnata nel disperato tentativo di contenere le ondate apparentemente inesauribili di carri sovietici. Ruolo a cui il “Panther” rispondeva egregiamente grazie alle prestazioni balistiche del suo cannone abbinante ad eccellenti ottiche.

Il “Panther”, per molti aspetti superiore al più famoso “Tiger”, restò per tutta la guerra un avversario assai temibile nonostante alcune insufficienze strutturali come il ridotto spessore delle corazze laterali, soprattutto in torretta (a cui avrebbe supplito la nuova Schmallturm del “Panther” Ausf.F), alcuni difetti di gioventù dei modelli Ausf.D ed A (quasi del tutto risolti con l’Ausf.G) e la carenza cronica di parti di ricambio e benzina che gravò sull’esercito tedesco a seguito del degradarsi della situazione bellica negli anni 1944 e 1945.

Il modello Dragon in oggetto riproduce l’Ausf. G, l’ultima versione del “Panther” prodotta in larga scala, nelle caratteristiche tipiche dei modelli assemblati negli ultimi mesi di guerra. A titolo di puro esempio: Il collare del cannone rinforzato sul lato inferiore, i flammenvernichter, la ruota del treno di rotolamento più prossima alla tendi-cingolo del modello interamente in acciaio, la nahverteidigungswaffe, gli anelli sui lati della torretta per l’ancoraggio di rami a scopo mimetico, etc.

Il modello Dragon è impreziosito da una splendida box art realizzata dall’ottimo Ron Wolstad (http://www.ronvolstad.com/index.html) richiamante alcune foto storiche scattate sul fronte occidentale e mostranti due “Panther” molto simili fra loro ed entrambi immatricolati “421” (si noti che quello distrutto da una esplosione interna non ha il collare rinforzato).

Il kit in sé è, all’apertura della scatola, come sempre impressionante per la finezza di stampa ed il dettaglio di ogni singolo pezzo. Sono inoltre presenti numerose parti opzionali che consentono di realizzare “Panther” con dettagli diversi a seconda di quale si vuole richiamare. La produzione di “Panther”, infatti, variava a seconda dell’industria coinvolta che iniziava ad usare i nuovi componenti solo una volta terminati quelli vecchi. Ad esempio, l’utilizzo del collare del cannone rinforzato, nonostante l’evidente vantaggio di evitare il rimbalzo dei proiettili verso il basso e, quindi, verso il tetto dello scafo,  non si generalizzò mai, nemmeno negli ultimi mesi del conflitto. Dragon, correttamente, fornisce entrambi i modelli consentendo al modellista di scegliere quello che preferisce.