ITALIAN LANGUAGE
Dopo una serie ininterrotta di modelli e diorami militari che mi hanno impegnato per molto tempo, inutile confessare che, con tanto lavoro profuso al realismo estremo, è irresistibilmente sorto in me il desiderio di dedicarmi ad un soggetto che mi consentisse fantasia ed estro nella sua realizzazione.
La scelta è subito caduta su una Jap Figure in resina e, per la precisione, su Kiriko Hattori, un personaggio tratto da una tavola dell’artista giapponese Shunya Yamashita. Si tratta di una guerriera samurai con numerosi rimandi al medioevo giapponese nelle caratteristiche della sua armatura.
Da essa è stata tratta dalla ditta Yamato una statua in PVC acquistabile già pronta sul mercato. Questo è il prototipo mostrato ad una fiera giapponese:
E questo è il PVC definitivo di cui non ho mai capito perché il colore della tuta è passato dal viola ad un grigio di incerta natura…
E’ da quest’ultimo che ne è stato estrapolato il kit in resina di cui mi sto occupando e che ho comprato tramite il sito http://www.e2046.com.
La prima cosa da fare quando si affronta questo tipo di modello è procedere ad una accurata preparazione dei pezzi eliminando con carta vetrata le eccedenze di stampo, pulendo i pezzi con sapone o qualche altro detergente allo scopo di eliminare i grassi utilizzati per la produzione ed inserendo dei perni in ottone per garantire robustezza alla struttura (altezza circa 40cm).
Le uniche aggiunte che ho fatto sono state fatte con stucco bicomponente (una sorta di Das che diventa duro come resina una volta essiccato).
Gli interventi eseguiti con lo stucco sono stati finalizzati a ridurre le linee di giunzione fra alcune parti (in particolar modo fra gambe e busto) e ad eliminare uno dei difetti principali che ritengo abbia questo kit: il ciuffo di capelli frontali troppo poco voluminoso. Ho quindi scolpito con gli appositi strumenti qualche ciuffo di capelli in più sia sulla fronte che sulla coda di cavallo sperando di compensare adeguatamente al difetto di cui parlavo.
Ho infine sostituito il fermacapelli in resina (troppo fragile e poco preciso) con una sezione di ago a cui ho inserito perline in plastica.
A questo punto ho predisposto le basi per il lavoro di pittura e per prima cosa mi sono occupato della testa ricoprendo di Primer grigio le varie componenti della stessa. I Primer sono prodotti acquistabili anche in bomboletta spray e servono ad offrire una base stabile al colore.
Il volto è stato dipinto utilizzando colori Testor mischiati in vario modo per ottenere le tonalità desiderate.
Come sempre sono partito dalla tinta più scura,
seguita da quella base
e da quella più chiara.
Solo a questo punto è seguito un velo di rossiccio per dare vita alle guance.
Infine ho sigillato il tutto con coprente lucido.
Quest’ultimo è un passaggio particolarmente importante che ripeterò anche su altri pezzi. Lo scopo è di proteggere il colore sottostante da qualsiasi successivo intervento a pennello anche eseguito con agenti aggressivi come i diluenti per i colori ad olio. In mancanza del protettivo il rischio quasi certo è di rovinare (se non togliere del tutto) il colore spruzzato con l’aerografo con un danno spesso irreparabile.
Per l’armatura ho deciso di utilizzare i colori metallici della Alclad. Si tratta di colori a base di acetone, da usare solo ad aerografo e pronti all’uso. Essi sono principalmente destinati al modellismo aeronautico e sono molto noti per la loro ottima resa. Non li avevo mai usati prima e sono stati per me una novità assoluta.
Per essi ho utilizzato come base il relativo Primer.
Ho, quindi, ricoperto le sezioni dell’armatura di Primer nero Alclad, mentre ho usato il Primer grigio della Vallejo per il resto del corpo.
A questo punto, con una serie di mascherature apposte a varie riprese realizzate con Maskol (un liquido che una volta asciutto crea una pellicola rimovibile), ho dipinto ad aerografo l’armatura cercando di sfruttare la gamma di colori Alclad per ottenere sezioni metalliche di varie tonalità.
Sono abbastanza soddisfatto della resa dei colori Alclad anche se sono sicuro che una mano più esperta avrebbe ottenuto un risultato migliore. Per l’esperienza fatta, mi sento di consigliare di non mischiare fra loro i colori e di diluire un poco quelli della gamma di allumini chiari in quanto i cristalli sono in maggior numero rispetto ai colori più scuri e, quindi, tendono a compromettere la purezza dello spruzzo dell’aeropenna. Segnalo, infine, che si tratta di colori che devono asciugare bene (almeno un’oretta) perché si mostrino nelle loro effettive tonalità.
Terminato questo lavoro ho ripassato a pennello ed in viola scuro i contorni fra armatura e calzamaglia.
Una volta protetta l’armatura con il Maskol, con lo stesso colore ma ad aerografo ho ripassato le parti del corpo destinate a rimanere nelle tonalità più scure.
La pittura della tuta è stata interamente realizzata ad aerografo. Ho usato varie marche di colori acrilici passando dal blu scuro al viola chiaro così da riprodurre la maggior gamma possibile di sfumature e dare tridimensionalità al soggetto. Si è trattato di una attenta sovrapposizione di infiniti veli di colore applicati con leggeri passaggi così da ottenere sfumature delicate e ben amalgamate nel soggetto. Le tonalità utilizzate sono state tre: il viola medio usato come colore principale è stato scurito con blu scuro per le ombre e con bianco per le luci. Come da prassi, sono partito dal colore più scuro per arrivare a quello più chiaro. Non poco tempo è stato speso per trovare il colore migliore che schiarisse il viola senza farlo morire. Alla fine di molti tentativi è risultato essere un banale bianco, normalmente non utilizzato a questi scopi perché il più delle volte schiarisce il colore a cui è aggiunto facendogli perdere le tonalità più vive.
Completata tale fase ho ricoperto il tutto con un sigillate lucido.
I lavori sulla calzamaglia viola indossata dal personaggio non sono, però, ancora finiti. In essa, infatti, sono scolpite una serie di pieghe che non mi è stato possibile enfatizzare a dovere con l’aerografo perché troppo strette e sottili. Ho, quindi, deciso di dipingerle a pennello allo scopo di replicare l’effetto cromatico delle stesse. A tale scopo ho usato soprattutto gli acrilici Vallejo, mischiando il viola di base con un bianco cupo così da ottenere un colore adeguato a riprodurre le luci delle superfici esterne delle pieghe.
Si è trattato di un lavoro di pittura assai mirato che, però, risulta molto più visibile di quanto si possa immaginare. Mostro qui sotto un paio di esempi mostranti la superficie prima e dopo l’enfatizzazione delle pieghe:
Il risultato complessivo è il seguente tenuto conto che per le dita delle mani sono intervenuto con maggior vigore allo scopo di accentuarne la tridimensionalità.
Concluso quanto precede, ho dipinto i capelli ivi compresi ciuffo e coda di cavallo. Quanto svolto non necessita di grandi spiegazioni: decisi i colori migliori, ho cercato di variare il più possibile le varie tinte dando il maggior spessore cromatico di cui sono stato capace a parti, i capelli, normalmente poco curate. Come in precedenza ho lavorato a pennello ed ho usato i colori acrilici Vallejo stesi a veli successivi e mischiandoli a piacere. Nel corso d’opera ho dipinto anche il nastro rosso che stringe la coda di cavallo.
A questo punto ho iniziato a dipingere a pennello tutti i componenti che corredano braccia e spalle. In particolar modo ho ravvivato con un metallo chiaro alcune decorazioni dell’armatura e, soprattutto, ho colorato in varie tonalità di cuoio le cinghie che assicurano le sezioni di corazza alle braccia nonché le protezioni interne a queste ultime. Come in casi precedenti, si è trattato di raggiungere le gradazioni e le sfumature desiderate mischiando i colori Vallejo in vario modo e, soprattutto, apponendoli sul soggetto in leggeri veli successivi.
Per quanto riguarda l’impugnatura della katana, non ho mancato di fare una piccola ricerca su internet e, ispirato da un’immagine, ho replicato sul modello non solo l’intreccio di fasce di cuoio ma anche la decorazione rossa sottostante e visibile in alcuni punti. L’ottima scultura del pezzo in questione ha, ovviamente, aiutato molto e personalmente apprezzo assai il fatto che il rosso dei pon-pon appesi alla spanda sia richiamato anche nell’impugnatura della stessa.
Segnalo che il kit offre solo i pon-pon scolpiti in resina, le trecce con cui sono appesi alla spada devono essere autocostruite. A tale scopo due strade erano percorribili: usare un nastro decorativo per confezioni regalo (magari trovando anche qualche cosa di adeguato per sostituire i pon-pon) oppure realizzarli ex novo intrecciando fra loro dei sottili cavi in piombo. Ho preferito procedere in quest’ultimo modo poiché ritengo che l’aggiunta di un elemento in vera stoffa avrebbe fatto assomigliare la figure in oggetto ad una doll o ad un giocattolo similare. In linea generale preferisco che tutti i componenti di un modello siano dipinti in modo da garantire l’uniformità estetica del soggetto. Penso, inoltre, che questo sia ancor più vero per una Jap Figure che non ha alcuna velleità di realismo nella scultura. Aggiungo che se fatti in stoffa, i pon-pon non avrebbero potuto che cadere verticalmente, i cavi in piombo, invece, seppur flessibili, mantengono una rigidità che consente di posizionali come meglio si crede. In questo caso, a figure assemblata, non mancherò di simulare il movimento dovuto alla camminata del personaggio come, del resto, è anche visibile dell’illustrazione realizzata da Shunya Yamashita.
A completamento delle braccia ho incastonato delle perline in plastica a forma di diamante della grandezza di 2 millimetri nei punti in cui la scultura simulava la presenza di alcuni diademi. Si tratta di perline molto realistiche acquistabili nei negozi di maglieria e che possono essere utilizzati allo scopo con grande facilità purché si provveda a scavare un poco la resina al fine di creare un alloggiamento adeguato. Un lavoro identico lo replicherò in ogni punto della corazza in cui è necessario.
Con colori Vallejo stesi a pennello ho pitturato anche tutti gli elementi che compongono le gambe e che non erano stati dipinti ad aerografo. Oltre a fasce e cinghie come per le braccia, qui si sono aggiunti anche le scarpe ed i relativi lacci. Contestualmente ho dipinto anche i dettagli restanti delle corazze ed ho aggiunto, dove necessario, le già citate perline.
ENGLISH LANGUAGE
Some months ago, I have started the works for a new Japanese figure. My choice has fallen on a resin kit sculpted with reference to a drawing of the famous artist Yamashita Shunya dedicated to a female samurai called Kiriko Hattori. This character was the subject of a PVC figure made by Yamato that is the basis for the resin kit I’m now modeling.
After the usual works necessary to clean up the resin pieces, I sculpted some particulars in order to reduce the empty spaces between the parts and to increase the volume of the hair tuft. I also replaced some resin parts too thin or absent with handmade components.
The painting works started with the face, mixing different tones of Model Master’s enamel paints. Then I painted the body armor with Alclad’s lacquer colors and the body with deep blue and violet tones of acrylic paints. In all cases I used the airbrush and my work had the aim to make the best possible shades.
After that I underlined by brush the lights of the fingers and on the thinnest creases of the violet suit. Then I painted the brown hair and all other details and parts of the legs and the arms. In all cases I used the Vallejo acrylic paints.
The hilt was painted making reference to some real Katana and I choosen the red as color partially visible among the leather laces in order to draw the attention to the braid of the same color. This last one is made twisting four thin lead wires. I also use some 2mm plastic bead to reproduce a kind of ornament mounted in the body armor.
FRENCH LANGUAGE
Quelques mois il y a, j’ai débuté les travaux sur une nouvelle figure japonaise. Mon choix se porté sur un model en résine inspiré à un dessin du talentueuse artiste japonais Yamashita Shunya montrant une samurai féminine appelée Kiriko Hattori.
C’est une figure en PVC chez Yamato qui a fourni la base pour ce kit en résine que j’ai décidé de peindre en recherchant un réalisme plus grand du quel offert par le PVC mais aussi par le dessin.
Apres avoir nettoyer les pièces en résine, j’ai corrigé quelques defaults en remplissant le vide entre les jonctions (notamment entre jambes et buste) et j’ai amélioré la touffe de cheveux, à mon avis trop plat dans l’original.
Par la suite j’ai peint le visage, l’armature et le costume violet à l’aérographe. J’ai utilisé une grande variété de couleurs (surtout acryliques) et, pour la première fois, les Alclad pour l’armature. Je suis très satisfait des résultats et du mouvement chromatique de tous les éléments.
C’est avec la brosse que j’ai peint les points de lumière des plis les plus étroites et tous les autres éléments qui compose cette figure. Pour faire ca, j’ai utilisé seulement les couleurs acryliques Vallejo.
Le poignée de l’épée a été peint faisant référence à des photos montrant des réels Katana et j’ai choisi le rouge comme couleur visible parmi les lacets en cuir avec le but de rappeler la tresse qui est pendue à la même. Cette tresse a été réalisée en utilisant de minces câbles de plomb. Des petites perles en plastic ont servi comme ornement de l’armure.