E’ possibile essere obbiettivo con un film come quello in oggetto? Temo proprio di no considerando che solo un fan dei mitici mattoncini possa recarsi al cinema a vedere una pellicola interamente dedicata ad essi. Può, dunque, essere formulato un giudizio negativo da parte di un appassionato dei prodotti Lego di fronte ad un film che è un ammaliante turbinio di mattoncini che si assemblano e si smontano sotto l’impulso della fantasia più sfrenata? Ancora una volta la risposta non può che essere negativa ed, infatti, il mio giudizio è dei più positivi e ritengo che, se esistesse una giustizia superiore, la visione di questo lungometraggio dovrebbe essere imposta a tutti indifferentemente.
Ma cosa è, nella sostanza, questo film? Un gigantesco spot pubblicitario a favore della Lego? Non può certo essere negato questo elemento inscindibile dalla natura stessa del film, eppure solo un giudizio affrettato e superficiale potrebbe limitarsi a considerarlo ciò. “Lego – The Movie” è, prima di tutto e principalmente, un elogio alla fantasia ed alla creatività indipendentemente dall’età di chi la esprime.
E’ proprio legato a ciò il messaggio contenuto nel film che più mi ha colpito e coinvolto. Negli ultimi venti minuti della pellicola, tutti i nodi vengono al pettine e si scopre così che l’intera storia narrata e stata concepita da un ragazzino che gioca con i Lego passando da un ambientazione all’altra, mischiando i componenti di tanti mondi Lego differenti e creando da tutto ciò una storia e dei personaggi unici e fantasiosi come solo con i mattoncini Lego è possibile fare. A questa concezione creativa dei Lego, che ne è anche l’anima originaria, si contrappone il padre. I Lego usati dal ragazzino, infatti, non sono suoi ma del padre che nel seminterrato di casa ha costruito tanti mondi Lego (città, far west, pirati, spazio, etc.) assemblando tutto in modo maniacale ed attenendosi strettamente alle istruzioni. Il padre non concepisce che i pezzi di un mondo siano usati in altri, né che si costruisca qualcosa di diverso da quanto previsto dai vari set e, proprio, per questo vieta da sempre al figlio di giocare con i “suoi” Lego. E’ scoprendo tutto ciò che si capiscono le motivazioni del cattivo nella storia inventata dal ragazzino e che si scopre che tale personaggio non è altri che il padre stesso. Inutile dire che tutto si risolverà positivamente grazie ad un chiarimento fra padre e figlio che farà ricordare al primo che la magia Lego sta nel lasciarsi trasportare dalla creatività assemblando pezzi secondo la propria fantasia e non attenendosi scrupolosamente ai set acquistati. La genialità di tutto ciò sta nel fatto che è impossibile, per chiunque abbia superato l’adolescenza, non immedesimarsi nel padre, scoprire in lui le proprie stesse manie e, quindi, ridere di sé stessi ammettendo di dimenticare troppo facilmente quella natura dei mattoncini Lego che li rende da sempre divertenti ed affascinanti.
Nel film non mancano battute e momenti comici di grande effetto ed uno dei migliori è quando il figlio fa notare al padre che i Lego sono giocattoli, tanto che sulle confezioni è riportata l’età consigliata (8-16 anni se ricordo bene). Il padre, imbarazzato, replica che si tratta solo di diciture previste per legge e che non hanno alcuna valenza reale!
Spero di aver dimostrato come il film in oggetto si fondi su una storia molto valida che ne giustifica la visione da parte di chiunque.