Nel realizzare il mio He-162 D, mi sono ripromesso di evitare la tipica frustrazione dovuta dall’avere il modello terminato ma il diorama ed i figurini ancora da fare. Ho, quindi, deciso di organizzarmi in modo da procedere tanto col caccia quanto con tutto quanto necessario alla sua esposizione. Per questo motivo avevo realizzato il basamento e la relativa vetrinetta in autunno e, in questi giorni di festività, mi sono dedicato al diorama in cui sarà collocato l’He-162 D. Premetto che non sono in grado di fare più cose contemporaneamente perciò ho sospeso i lavori sul caccia per dedicarmi all’ambientazione che lo vedrà protagonista.

Mi sono immaginato l’He-162 D parcheggiato momentaneamente in una piazzola improvvisata nei pressi dell’aeroporto di stanza; poche assi di legno messe alla rinfusa tanto per delineare uno spazio ricavato in un prato in cui, in un’ipotetica primavera del 1946, crescono rigogliose erbe ad alto stelo. Proprio per fare queste ultime ho utilizzato canapa da idraulico che, tagliata in misura ed un ciuffo dopo l’altro, ho attaccato con colla vinilica al basamento. Ovviamente, non avevo mancato in precedenza di creare un minimo di movimento del terreno con del Das.

Le ampie macchie erbose così ottenute sono state dipinte ad aerografo dopo aver opportunamente protetto le assi in legno naturale precedentemente incollate per testare i punti di appoggio dell’aereo. Come base ho usato il giallo allo scopo di creare facilmente la più ampia gamma di tonalità possibile una volta sovrapposto il verde.

Ho iniziato con un verde chiaro su tutta l’erba senza cercare di uniformare la tinta ma, al contrario, lasciando che il colore, interagendo col giallo sottostante, acquisisse toni sempre diversi. Successivamente ho applicando del verde scuro solo in punti precisi e sempre allo scopo di ottenere ogni possibile gamma di verde.

A questo punto mi sono occupato delle aree rimanenti che, al contrario, ho immaginato in terra battuta alternata con erba bassa; per la prima ho usato semplice terra passata al setaccio, per la seconda dell’erba sintetica di due tipologie diverse. Come in precedenza, le assi sono state ottenute tagliando in misura un listello di legno pregiato per modellismo navale. Sempre usando colla vinilica opportunamente diluita con acqua, ho proceduto per zone applicando prima di tutto le assi, poi l’erba ed infine cospargendo la terra con un piccolo setaccio.

A colla non ancora del tutto asciutta, ho eliminato l’eccesso di materiale e fatto sollevare i filamenti di erba sintetica anche con l’aiuto di un aspiratutto ed di un compressore.

Infine, ho aggiunto ulteriore varietà attaccando piccoli ciuffi di erba sintetica di due colori diversi.

Il risultato mi pare buono, sufficientemente naturale e adeguato a valorizzare il modello dell’aereo senza distogliere l’attenzione dell’osservatore da quest’ultimo. Ritengo particolarmente importate in un diorama cercare sempre la massima varietà e naturalezza dell’ambiente senza mai commettere l’errore di usare per quest’ultimo gli stessi colori usati per il modello o, peggio, “invecchiare” l’ambientazione come il modello. Erba, piante e fiori sono elementi viventi che nulla hanno a che fare con un carro armato o un aereo, il contrasto fra essi deve anche essere “estremo” tant’è che non ho mancato di spruzzare sull’erba alta un po’ di coprente lucido per simulare la lucentezza del verde lussureggiante e primaverile.

English Language

Making my He-162 D, I promised myself to avoid the typical frustration of having the model finished but the diorama and the figures still to be made. I have, therefore, decided to organize myself as to proceed both  with the fighter and everything else necessary for its diorama. For this reason I had realized the wooden base in autumn and, in these days of festivities, I made to the diorama in which the He-162 D will be placed.

I imagined the He-162 D in an improvised parking lot near the airport; a few wooden planks placed in bulk just to delineate a space in a meadow where, in a hypothetical spring of 1946, lush tall-stemmed grasses grow. Just to make the latter, I used plumber’s hemp that, cut to size and one tuft after another, I attached with vinyl glue to the base.

The large grassy patches thus obtained were airbrushed after properly protecting the natural wood planks previously glued to test the support points of the aircraft. As a color base I used yellow in order to easily create the widest possible range of shades once overlaid with green.

I started with a light green all over the grass without trying to uniform the color but, on the contrary, letting the color, interacting with the yellow, acquire different tones. Then I applied dark green in precise points only and always with the aim of obtaining every possible range of green.

At this point I dealt with the remaining areas that, on the contrary, I imagined in beaten earth alternating with low grass; for the first one I used simple sifted earth, for the second one synthetic grass of two different types. As before, the boards were obtained by cutting to size a strip of fine wood for model shipbuilding. Always using vinyl glue properly diluted with water, I proceeded by areas applying first of all the boards, then the grass and finally sprinkling the earth with a small sieve.

With the glue not yet completely dry, I removed the excess material and lifted the strands of artificial grass with the help of a vacuum cleaner and a compressor.

Finally, I added more variety by attaching small tufts of artificial grass of two different colors.

The result seems to me good, sufficiently natural and adequate to enhance the model of the aircraft without distracting the observer’s attention from it. I think it is particularly important in a diorama the maximum variety and naturalness of the environment without ever making the mistake of using the same colors used for the model or, worse, “weathering” the environment like the model. Grass, plants and flowers are living elements that have nothing to do with a tank or an airplane, the contrast between them must also be “extreme” so much so that I sprayed on the tall grass a little gloss cover to simulate the brightness of lush springing grass.