Uno degli armamenti che più mi affascinano fra quelli sviluppati dall’industria bellica tedesca nel corso del secondo conflitto mondiale è certamente il cannone automatico MK-103 da 3 cm di Rheinmetall-Borsig (MK – Maschinenkanone). Le ragioni di questa mia preferenza si trovano nella storia di quest’arma, l’evoluzione del suo impiego e per il fatto che fu un cannone di concezione assolutamente nuova, capostipite di una prolifica famiglia che ancora oggi equipaggia i veicoli più moderni ed avanzati in seno a tutti gli eserciti del mondo. Alla base di tale successo vi è la potenza d’impatto assicurata dei proiettili da 30 mm che, unita alle dimensioni contenute, consentono una elevata cadenza di tiro con rateo di fuoco automatico.
Il cannone automatico MK-103 fu sviluppato per dotare gli apparecchi della Luftwaffe di una arma capace di abbattere un bombardiere B-17 con due, massimo tre colpi. Caratterizzato da un freno di bocca molto particolare, l’MK-103 risultò troppo pesante e voluminoso per essere agevolmente imbarcato sui caccia. Aveva inoltre un rateo di fuoco relativamente basso che non dava la certezza di centrare il bersaglio nei pochissimi secondi in cui quest’ultimo entrava nel mirino di un caccia sfrecciante a tutta velocità. Si rese, quindi, necessaria una versione alleggerita e compatta che prese il nome di MK-108. Quest’ultimo equipaggiò un’amplissima schiera di aerei. Fra essi spicca l’innovativo Me 262, il prima caccia a reazione della storia a divenire operativo, che ne montava ben quattro sul muso. Il successo dell’MK-108 aveva, però, un prezzo: benché dotato di un rateo di fuoco molto elevato, la precisione era inferiore e la gittata dei proiettili pari a meno della metà di quella dell’MK-103. Quest’ultimo, quindi, garantiva maggiori probabilità di colpire il bersaglio a distanze superiori permettendo al velivolo che lo imbarcava di essere meno esposto al fuoco difensivo avversario. I proiettili avevano, infine, una più alta velocità alla bocca che ne determinavano una maggiore potenza distruttiva all’impatto ed una notevole capacità perforante. Dati gli innegabili vantaggi offerti, l’MK-103 entrò in uso nella Luftwaffe ma solo in ruoli particolari e su caccia predisposti ad alloggiarlo. Questi ultimi furono utilizzati per missioni di appoggio al suolo (soprattutto anticarro) e per l’attacco alle formazioni di bombardieri da parte di caccia pesanti come il Dornier 335.
La Wehrmacht non rimase indifferente alle capacità dell’MK-103 che si mostrò essere la risposta tanto attesa alla necessità sempre più pressante di un cannone automatico dalle alte prestazioni. Fu così che un cannone inizialmente concepito per equipaggiare aeroplani, divenne un’efficace arma antiaerea. In tale ruolo l’MK-103 offriva vantaggi innegabili rispetto agli altri cannoni in servizio. Grazie ad un calibro intermedio fra il 2 cm (della Flak-38, ormai troppo leggero per essere efficace) ed il 3.7 cm (delle Flak-37 e Flak-43, valido ma troppo pesante per ratei di fuoco elevati), il proiettile aveva la potenza distruttiva necessaria per abbattere facilmente anche i cacciabombardieri più corazzati. L’MK-103, inoltre, era alimentato a nastro come una mitragliatrice e ciò evitava la perdita di tempo insita nel cambio del caricatore (Flak-38) o l’impiego di due/tre serventi per alimentare costantemente l’arma (Flak-37 e Flak-43). Non appena l’MK-103 fu finalizzato ma sostanzialmente scartato per l’uso aeronautico, la Wehrmacht chiese ed ottenne che il grosso della produzione destinata alla Luftwaffe fosse dirottata in favore dell’esercito. L’MK-103 fu, così, istallato sull’affusto della Flak-38 dando vita alla Flak-103/38.
Il kit proposto dalla Dragon di questa eccellente arma risulta essere un ibrido come realmente fu la Flak-103/38. Ai pezzi precedentemente realizzati per il modello della Flak-38, vengono aggiunte le parti per sostituire il cannone da 2 cm con l’MK-103 e tutti i suoi componenti. Ciò non pregiudica minimante la qualità del kit in sé che, impreziosito da una serie di componenti aggiuntivi fra cui non poche fotoincisioni già piegate nella posizione corretta, si dimostra essere particolarmente ricco e curato nonostante le piccole dimensioni del soggetto riprodotto. Unico appunto può essere considerata la mancanza della canna e del freno di bocca in metallo tornito. Considerata l’originalità e la particolarità di tali elementi, i pezzi in plastica forniti appaiono comunque all’altezza del compito. In ogni caso, per i più esigenti, Schatton Modelbau offre un perfetta riproduzione in metallo dell’MK-103 in 1/35.