70 Ueno

La mia vacanza a Tokyo è stata indimenticabile per varie ragioni ma una in particolare l’ha caratterizzata più di altre: la fioritura dei ciliegi. Quando a dicembre prenotai i voli per il Giappone, mi preoccupai solo di essere sul posto nel periodo del mio compleanno. Non avevo modo di prevedere quali sarebbero stati i giorni in cui il Giappone sarebbe stato percorso dall’ondata di fiori bianchi che lo attraversa da sud a nord ogni anno a seconda dell’andamento delle temperature stagionali. E’, quindi, stato per pura e semplice fortuna che i giorni della mia vacanza sono coincisi proprio con quelli di massima fioritura nella capitale nipponica.

Ovviamente ho fatto tutto il possibile per godere al meglio di un tale evento che mobilita prima di tutto i Giapponesi stessi per i quali è antica tradizione dedicarsi all’Hanami. Con tale termine si intende la contemplazione dei fiori di Sakura (ciliegio), attività alla quale il popolo nipponico è particolarmente devoto. Il fiore del ciliegio sembra incarnare alcuni temi molto cari ai Giapponesi. La delicatezza dei fiori, la brevità della sua esistenza, il candore dei petali sono, per il popolo nipponico, simbolo di fragilità, di delicatezza, di bellezza e, soprattutto, di quell’attimo dell’esistenza che è la gioventù. Un periodo della vita già per sua natura breve ma che nella società giapponese, ove i giovani sono fin da tenera età tormentati dalle gravose aspettative dei genitori e della società in cui vivono, trascorre ancor più in fretta. La spensieratezza, bellezza e serenità di quei giorni si incarnano nei fiori di ciliegio che si disperdono in pochissimi giorni così come la gioventù soccombe sotto la spinta dell’età e delle responsabilità della vita adulata. Ma, poiché ogni primavera il ciclo si ripete, ecco che i fiori di ciliegio rappresentano anche rinascita e speranza.

Non deve, quindi, meravigliare se la fioritura dei ciliegi è un evento importantissimo in Giappone e che, a Tokyo, vede i parchi cittadini avere il ruolo di protagonisti. Proprio nel Parco di Ueno ho vissuto per la prima volta non solo l’Hanami come esperienza personale ma anche come momento collettivo. Dimensione inevitabile considerando la folla in movimento verso gli ingressi del parco in cui mi sono ritrovato non appena salito in superficie dopo il viaggio in metropolitana.

Appena entrato nel parco mi sono ritrovato di fronte al memoriale dedicato ai guerrieri Shogitai ed alla battaglia che vi si svolse nel 1868. Potrei sbagliarmi ma credo che si tratti di quello scontro fra gli ultimi samurai ed il nuovo governo nipponico apertosi alle influenze occidentali che viene narrato nella scena finale de “L’ultimo Samurai” con Tom Cruise.

Superato questo ricordo di tempi andati, il Parco di Ueno si è mostrato immediatamente in tutto il suo splendore con infiniti viali di ciliegi completamente in fiore intervallati da templi di varie epoche e dimensioni. Vi erano anche una serie di addobbi a tema per la celebrazione dell’Hanami 2015 che contribuivano ad apprezzare un momento di cui si percepiva chiaramente la lunga attesa e preparazione da parte dell’amministrazione e di tutto il popolo giapponese.

Se ho ben intuito, ogni parco di Tokyo ha una sua personale mascotte per il periodo della fioritura dei ciliegi. Essa ha anche lo scopo di incentivare l’uso dei cestini ed il rispetto della raccolta differenziata. Pratica di non secondaria importanza considerata la massa di gente presente e la consolidata tradizione di fare picnic sotto i ciliegi per goderne la vista delle fronde fiorite. Anche in questa pratica si coglie pienamente l’organizzazione e la diligenza nipponica che li porta all’utilizzo generale di teli cerati color blu. Questa uniformità riesce a compiere un vero miracolo! I teli tutti uguali e del color del cielo, infatti, rendono piacevole all’occhio una pratica che, se fosse lasciata al libero arbitrio personale, trasformerebbe il parco una sorta di campo profughi.

A dare ulteriore dimostrazione dell’importanza e della grande festa che rappresenta la fioritura dei ciliegi, vi erano anche numerosissimi chioschi in cui era possibile acquistare quello che oggi va di moda chiamare “Street Food”. Ovviamente trattandosi di una declinazione locale, in vendita vi erano infinite pietanze della tradizione giapponese che mi sono divertito a fotografare e, ingolosito, ad assaggiare ogni volta possibile. Escludendo gli Okonomiyaki, non saprei dare un nome a tutta l’ampia offerta presente ma, sono sicuro, non sfuggiranno ai più attenti molte specialità spesso mostrate anche in anime e manga.

Nel parco di Ueno non poteva mancare un grande stagno a completare l’impianto scenico offerto al visitatore. Il laghetto porta il nome Shinobazu ed al centro di questo è presente un isolotto su cui sorge il tempio di Benten.

Il tempio è collegato alla terra ferma tramite una lunga passerella posta sul lato frontale dello stesso (è su di essa che erano collocati gran parte dei chioschi mostrati nelle foto precedenti) mentre dal suo retro si diramano due viali che, in direzioni opposte, portano fino al perimetro esterno del parco. Escludendo l’area a destra del tempio che fa parte di un grande zoo e sfruttando l’isolotto e i collegamenti dello stesso con la terra ferma, è possibile fare una lunga passeggiata intorno al laghetto. Percorso reso ancor più piacevole dal fatto che i viali sono in gran parte bordati di ciliegi in fiore.

Infine, andando a zonzo senza meta, sono incappato anche nel tempio di Karamon, particolarmente originale per le grandi porte e le numerose decorazioni in oro nonché per le lunghe fila di lanterne poste lungo il viale di accesso.

Devo confessare di aver trascorso un’intera giornata nel Parco di Ueno. Mi sono goduto il luogo, la festa in corso e la fioritura dei ciliegi senza fretta e nel modo più appagante possibile. La splendida giornata non ha fatto altro che giustificare la mia lunga permanenza e rendere il tutto ancor più piacevole.