Sorprendendo me stesso e tradendo la mia ormai consolidata avversione per i film targati Marvel/Disney dedicati a supereroi triti e ritriti come del prezzemolo rimasto sul fondo di un tritatutto abbandonato, sono andato a vedere pochi giorni fa “I guardiani della Galassia” di James Gunn. Si tratta di un ennesimo blockbuster americano che ha sbancato i botteghini del mondo nel corso dell’estate e che, come infiniti casi precedenti, giunge da noi con mesi di ritardo a causa della lobby dei distributori italiani rimasti agli anni sessanta ed ancora convinti che, nella nostra penisola, nessuno sia interessato ad andare al cinema dalla metà di giungo alla metà di settembre. Non ha importanza se, nel frattempo, la civiltà umana abbia superato lo spauracchio del Millenium Bug, sia sopravvissuta alla duecentesima edizione del Grande Fratello ed stia affrontando mutamenti climatici globali tali da uniformare le stagioni ad un autunno senza fine, i distributori nostrani non si fanno confondere da eventi così irrilevanti e, benché ormai prossimi al terzo decennio del ventunesimo secolo, ci tocca ancora aspettare la vigilia di Natale per assistere alla proiezione nelle sale dei film che hanno caratterizzato l’estate cinematografica nel resto del mondo. Il tutto senza apparente consapevolezza che ciò non fa che incentivare i download illegali di tali film, con il conseguente calo di vendita dei biglietti…
“I guardiani della Galassia” è un nuovo e non ultimo caso di film tratto da un fumetto americano pubblicato sotto varie forme e in varie epoche dalla Marvel. Si tratta di una ennesima conferma del fatto che viviamo in un’epoca in cui effetti speciali capaci di dare strabiliante realismo a qualunque fantasia, si accompagnano ad una totale mancanza di idee. Ci tocca perciò tirare a campare immersi in un magma indistinto di pellicole tratte da fumetti, videogiochi, romanzi e vecchie serie televisive intervallati da prequel, sequel e reboot di passati film di successo. Se non fosse che la vita offre molto altro, ci sarebbe da mettere ai voti il suicidio di massa consapevoli di un plebiscito!
In tutta onestà confesso di aver trascorso gli ultimi mesi convinto che non avrei concesso alcuna attenzione a questo nuovo film Marvel, snobbandolo come i suoi predecessori dedicati ai supereroi più improbabili. Informandomi meglio, ho scoperto che la graphic novel (come fa fico recentemente chiamare i fumetti d’oltreoceano) da cui è tratto può essere considerato di nicchia e che, anche grazie a ciò, la pellicola si distingue per originalità ed ironia. Saputo ciò, ho iniziato ha considerare in modo differente l’inverosimile gruppo di protagonisti del film che include un uomo-albero ed un procione armato fino ai denti. Uno sguardo finale al design di alcune ambientazioni e navi spaziali mi ha definitivamente convinto alla visione.
Le aspettative non sono state affatto deluse. Benché abbia ragione di credere che le affinità con il fumetto da cui è tratto siano minime e che storia e personaggi siano stati stravolti per essere piegati ad esigenze cinematografiche, “I guardiani della Galassia” risulta comunque un bel film di fantascienza, originale ed a tratti molto divertente grazie a personaggi davvero sui generis. Degno di nota è il fatto che, grazie ad una caratterizzazione psicologia molto convincente, la bizzarria dei protagonisti non scade mai nella farsa evitando al film di degenerare nel ridicolo.
La storia non spicca per originalità ma ha una serie di eventi e di sottotrame che la rendo interessante e godibile fino alla fine. Certamente la megalomania americana non poteva evitare di esprimersi anche in quest’opera cinematografica: i protagonisti, come nel più scontato dei cliché, sono coinvolti in eventi che potrebbero determinare la distruzione dell’intero universo se non trovano la forza di reagire superando interessi personali ed aiutandosi l’un l’altro. Inutile dire che tutto andrà per il meglio e che avversari prima apparentemente invincibili subiranno la giusta punizione come impone ogni lieto fine dettato dalla necessità di confortare il grande pubblico. La noia latente insita in tale finale è, per fortuna, parzialmente dissipata dalla natura “cazzara” dei protagonisti che, il cielo sia lodato, evita l’irritante retorica machista tipica dei classici supereroi a stelle e strisce.
Nel complesso consiglio la visione de “I guardiani della Galassia” a tutti restando pur sempre in spasmodica attesa di un film di fantascienza degno di fasti passati quanto dimenticati.