In occasione del giro in Friuli della scorsa primavera, avevo già modo di parlare dell’eccezione gruppo di amici ciclisti creatosi nell’estate del 2013 nel corso della vacanza sul Baltico organizzata dall’agenzia Zeppelin (www.zeppelin.it). Grazie all’impegno degli organizzatori ed al desiderio dei partecipanti di essere presenti, il forte spirito di gruppo creatosi in terra germanica si è sempre più rafforzato grazie ai raduni che si sono susseguiti a Roma e ad Udine.
Non è stato da meno l’incontro di questo ottobre. Svoltosi a pochi chilometri da Siena, si è concretizzato grazie all’impegno del buon Stefano che ha offerto a tutti noi un’organizzazione impeccabile ed un percorso dai grandi e suggestivi panorami. La gratitudine è ancor più marcata dalla consapevolezza che il baldo bolognese ha gestito il tutto da solo, nel nulla della campagna toscana e sfidando i poteri forti della nomenclatura autoctona, notoriamente ostile ai turistelli forestieri se, come noi, poco propensi allo spennamento e totalmente disinteressati agli ardori locali per palii e contrade.
A differenza dei casi precedenti, ho raggiunto la destinazione in auto portando con me la bici. Vari impegni mi avevano impedito di acquistare per tempo i biglietti del treno necessari, perciò ho preferito affidarmi alle quattro ruote. Inoltre, vista la necessità di compiere in auto alcuni tragitti prima di inforcare la bicicletta, è con piacere che ho potuto costatare che la disponibilità di un’auto in più è stata utile a tutti. Senza dimenticare che, già nella serata di venerdì, abbiamo avuto un “missing in action” che ha necessitato l’intervento di forze meccanizzate per recuperare un disperso a Firenze. Con un’abile mossa a tenaglia, un gruppo di cinque incursori, di cui ho avuto l’onore di far parte, è confluito sulla stazione di Santa Maria Novella e, con un abile colpo di mano degno della miglior Delta Force, ha liberato Elena che, salita su un treno a caso, era da ore ostaggio delle Ferrovie dello Stato.
Come avvenuto in Friuli, è stato molto bello alloggiare tutti insieme nella stessa struttura. In questo caso si è trattato dell’agriturismo “Saletta” (www.agriturismosaletta.it), ove ci siamo trovati molto bene ed abbiamo anche potuto cenare sabato sera gustando squisiti piatti casalinghi.
Ho condiviso un appartamento con gli altri “scapoloni” del gruppo: Carmine, Giuseppe e Lello. Raga, siamo sempre i più forti! Mentre gli altri dormivano da ore, noi abbiamo fatto baldoria fino all’alba con incursioni nei dormitori femminili e gare di rutto parlato! Abbiamo anche attaccato briga con una confraternita rivale di cacciatori tedeschi ma, devo confessare, non ho ricordi molto chiari di quelle notti e potrei confondermi col film “Animal House”…
Sabato 18 ottobre, noleggiate le bici e raggiunto il punto di partenza a Colombaio, abbiamo iniziato un giro che, grazie alla sapiente guida di Stefano, ci ha portato fra panorami mozzafiato e borghi toscani di grande fascino.
Di particolare nota è stata la Certosa di Pontignano, veramente meravigliosa e con un’eccezionale sala affrescata.
Tipicamente toscano è stato il piccolo borgo di San Sano dove abbiamo pranzato in una piccola trattoria locale.
Il percorso, data la natura del territorio, è stato decisamente impegnativo essendosi disteso per circa 50 chilometri su più di 600 metri di dislivello ma ha meritato pienamente la fatica necessaria per percorrerlo e, sono sicuro, resterà sempre fra i nostri ricordi più belli. In questo contesto, impresa veramente da temerari è stata la scalata de “Il Muro”, come Stefano ha affettuosamente battezzato una diabolica salita da affrontare più con la piccozza che con la bicicletta. Su quattordici partecipanti a questa leggendaria impresa, solo tre eroi sono arrivati in cima: Giuseppe, Alessandra e Carmine!
Gloria imperitura ai nostri nuovi dei che, dall’alto della loro titanica impresa contemplarono il lungo serpentone di sventurati che, privi delle forze necessarie, arrancavano sulla salita in preda a tormenti ed a rimorsi di dantesca memoria!
Domenica 19 ottobre, ci siano concessi un giro più corto e meno impegnativo che, dalla stesso punto di partenza, ci ha riportato all’Agriturismo “Saletta”.
Anche grazie ad una giornata di sole spettacolare, la bellezza del percorso non è stata inferiore a quella ammirata il giorno precedente.
Perla della giornata è stato Monteriggioni ed il suo borgo fortificato dove, approfittando del bel tempo concesso, abbiamo anche pranzato nella piazza principale.
La giornata si è conclusa con un rito ormai tradizionale: la designazione della successiva meta di incontro e l’investitura di coloro che, risiedendo sul posto, ricevono l’onore e l’onere di organizzare il successivo meeting ciclistico. Su perfida proposta di Stefano, una novità è stata accolta con angosciato spirito autolesionista dal resto del gruppo: d’ora in poi non sarà più l’iniziativa personale o la scelta condivisa a decidere la nuova meta, bensì, sarà l’organizzatore uscente a stabilire unilateralmente il luogo del futuro raduno. Questa preoccupante deriva totalitaria ha innestato non solo una furibonda corsa alle ipotesi più inverosimili ma anche accaniti rosarioni nella sala Yoga dell’agriturismo finalizzati a propiziarsi ogni tipo di divinità pagana che potesse essere in grado di evitare la nomina.
Radunati in zona piscina, Stefano, gongolandosi impunemente per l’ansiosa attenzione di tutti, ha emesso il ferale verdetto: Torino!
Mentre un sospiro di sollievo si diffondeva nella massa ammutolita, Angela piombava in piscina priva di sensi…
Coraggio Angela, il successo ti arriderà di sicuro e tutti noi non vediamo l’ora di raggiungerti nella capitale dei Savoia!
Grato a tutti per la bella e piacevole compagnia che mi accoglie ogni volta che ci raduniamo in giro per l’Italia, concludo ringraziando ancora una volta Stefano per il bel week end toscano che ci ha permesso di passare tutti insieme.