Hateful Eight 01

Ho atteso con sempre più crescente ansia il momento in cui avrei potuto vedere “The Hateful Eight”, il nuovo ed ottavo film di Quentin Tarantino. Tale desiderio ha avuto un’incontenibile impennata mesi fa, quando scoprii che anche questa nuova pellicola avrebbe avuto un’ambientazione western come il precedente “Django Unchained”. Non deve, quindi, sorprendervi venir a sapere che ho visto ben due volte il film in questione. Non si è trattata, però, di una duplice esperienza fine a sé stessa; la normale visione in una sala cinematografica ordinaria è stata, infatti, anticipata dall’anteprima del film presso il cinema Arcadia di Melzo. Qui, nell’incredibile sala “Energia”, ho potuto ammirare l’ultima opera di Tarantino su pellicola 70mm e, quindi, come il regista l’ha effettivamente girata ed espressamente voluta.

Quentin Tarantino è un regista che, ormai è risaputo, si può solo amare o odiare. E’ il destino di tutti i geni che, in quanto tali, rasentano la pura follia. Devo ammettere che avevo giudicato questo ritorno alla pellicola 70mm come una della tante originalità del regista, perciò il mio desiderio di vedere il film su tale supporto era più che altro dovuto alla curiosità di godere di tale nuova opera nella forma voluta dal suo stesso creatore. Avevo, quindi, interpretato tutto ciò come un tributo al cinema delle origini da parte di un autore che si è sempre fortemente ispirato agli anni ’60 e ’70. Tarantino ha certamente fatto questa scelta anche per motivi nostalgici ma posso aggiungere che vedere il medesimo film prima in pellicola 70mm e poi in digitale, permette di rendersi conto di come l’industria cinematografica sia riuscita a turlupinare noi spettatori anche dal punto di vista della qualità video. Non paghi di rifilarci sempre gli stessi personaggi e le stesse storie in film privi di ogni originalità ed approfondimento, sono pure riusciti a non farci accorgere del declino visivo che ha portato con sé il passaggio al digitale per la distribuzione dei film nelle sale cinematografiche. Premetto di non essere un tecnico ma non credo di sbagliare affermando essere molto più facile ed economico consegnare ai cinema un film in file elettronico che sottoforma di un’ingombrante e pesante pellicola. Senza dimenticare i problemi di stoccaggio e smaltimento. E’ chiaro, quindi, che la pellicola è stata prontamente sostituita dal digitale non appena è stato possibile farlo. Il problema è che, mantenuti gli schermi cinematografici sostanzialmente invariati, la proiezione di un file digitale comporta un netto abbassamento della qualità dell’immagine rispetto alla vecchia pellicola. In tutta sincerità, non mi aspettavo che le differenze fossero così evidenti. I dettagli sono infinitamente più precisi, visibili e numerosi. I colori più caldi e vivaci. Tutto ciò favorisce un effetto di profondità e di realismo che si traduce in un maggior coinvolgimento e fascinazione dello spettatore. Tutto ciò non intende essere da parte mia una celebrazione della classica pellicola che resta un supporto superato benché dal fascino vintage. Il futuro Blu-Ray su Smart-TV offrirà certamente dettagli più netti, colori più vivi e, in generale, un’esperienza per gli occhi molto più appagante e moderna di quanto possa fare la vecchia pellicola. Ciò che, dopo l’esperienza fatta, vorrei sottolineare è che il mancato adeguamento dei nostri cinema al mutamento tecnologico avvenuto, comporta, purtroppo, l’inaspettato paradosso di rendere estremamente “innovativo” un film proiettato con l’uso di un formato ormai antiquato come la pellicola.

Hateful Eight 02

Tutto ciò premesso, non mi resta che consigliare caldamente la visione di “The Hateful Eight” tanto agli appassionati fan di Quentin Tarantino quanto a coloro che hanno desiderio di vedere un film fuori da ogni schema, straordinariamente originale e fortemente marcato dallo stile di un regista che è ormai un maestro indiscusso dell’arte cinematografica. Quasi interamente girato negli angusti spazi interni di un vecchio emporio, il film è un thriller in cui allo spettatore non è concesso di individuare un vero protagonista né un personaggio in cui potersi immedesimare. Lo spettatore è lasciato in balia di personaggi estremamente complessi e, quindi, contraddittori e misteriosi. Essi sono a tal punto forgiati e condizionati dal tempo in cui vivono da essere tutti detestabili. E’ su questa mancanza di empatia che il regista imbastisce una storia cruda e violenta, ove verità ed obiettivi si dipanano lentamente fino ad un finale squisitamente tarantiniano. “The Hateful Eight” lo si può amare incondizionatamente o odiare senza compromessi ma, in ogni caso, regalerà al suo spettatore emozioni, colpi di scena e dialoghi di rara intensità.